… a brief essay in English is in preparation …
Balaam e gli Animali parlanti: una storia dall’Antico Testamento
Verso la fine del Libro dei Numeri, nella Bibbia, è narrata la vicenda di Balaam, l’anti-Profeta, che nell’intento di maledir gli Ebrei viene illuminato da Dio per mezzo di un’Asina parlante. Sullo sfondo di questo Racconto quasi umoristico sta il Popolo d’Israele uscito appena dall’Egitto e in cerca di una Terra Promessa, ora in sosta alle frontiere di Moab. È Re Balak, oscuro despota di quella regione, che comanda al Veggente Balaam di colpire i profughi con un tremendo Anatema, per allontanarli per sempre dai suoi territori. Balaam avrà un Sogno in cui ancora non riconoscerà Dio, ma poco dopo, lungo il cammino, verrà fermato dalla sua stessa cavalcatura che prodigiosamente gli rivolgerà la parola, e da un Angelo del Signore che lo minaccerà con una spada di fuoco. A partire da quell’istante ogni maledizione che il Vecchio proferirà contro il Popolo Eletto muterà in benedizione, con conseguente immenso scorno del Re. Nella stessa Narrazione è anche inserito l’Episodio dei Numeri 25, in cui donne di Madian (leggi: Moab) si inoltrano nel Campo Giudaico per sedurne gli abitanti guadagnandoli ai propri Dei, ma venendone alfine malamente cacciate.
Abbiamo scelto la storia di Balaam – che in Umbria ha riferimenti coi bassorilievi sulla facciata del Duomo di Orvieto, e con alcuni passaggi jacoponici (Lauda LXVIII) – basandoci su un antico Mistero Inglese (1521 – Ciclo di Chester). L’Episodio biblico (Numeri 22-30, e 25) fu molto popolare in Nordeuropa, e controbilanciava (nell’uso del giullaresco inserito in forme liturgiche) la stessa Festa dei Folli (Feast of Fools). Nel processo di traduzione e ri-creazione volto a fornire una comprensione più agevole all’Auditorio contemporaneo, Ci siamo riferiti alla felice riduzione di K.P. Hertzsch (1967). La forma è talvolta in rime, per riguardo alla metrica della Composizione Originale.
L’Asina, l’Umorismo, la Sacra Rappresentazione
A partire dal XII.o Secolo, prese piede sul Continente la Sacra Rappresentazione comica, tesa a deridere i Personaggi negativi per esaltare gli Uomini di Dio… Il Genere acquistò un’immediata fortuna, anche per la presenza all’interno delle stesse Scritture di episodi o passaggi che si prestano a interpretazioni umoristiche, rappresentando la purezza dei Semplici. Se dunque è proprio grazie a questi Ultimi che il Sorridere può avvicinare al Cielo, anche l’Asina di Balaam appartiene al Mondo dei Semplici, ed è un Personaggio che diventa Interlocutore fra Noi e il Divino. Simbolo per eccellenza dell’elemento Popolaresco, nelle Culture precedenti Israele quest’animale rappresentava il Sole e l’ascolto di Ciò che è rivelato: si diceva che il suo raglio contenesse il Suono delle Forze generatrici del Cosmo. Nella Tradizione dei Vangeli viene invece associato alla Natività, alla Fuga in Egitto, e all’Entrata in Gerusalemme del Messia. È proprio da quest’Asina che Balaam riceve una Verità che Lo trasforma – suo malgrado – in Profeta: POICHÉ JAHVÉ APRÌ LA BOCCA DELL’ASINA, E PER ESSA SPALANCÒ GLI OCCHI A BALAAM…
REVIEW IN THE LOCAL NEWS
A San Giovenale, "Balaam e l'Asina". Sacra rappresentazione in chiave ironica
Un allestimento a stazioni – i celebri "luoghi deputati" – lungo le quali il pubblico verrà guidato. Partenza in Piazza San Giovenale, a ridosso della facciata laterale dell'antica chiesa, dove saranno ricreate atmosfere somiglianti a quelle dei Misteri originali, fra il XII e il XV secolo. Costumi e ambienti saranno, tuttavia, contemporanei. Una scelta che permetterà una lettura della scena scabra, essenziale, priva di orpelli e con rimandi al presente.
Attori professionisti, allievi del laboratorio teatrale, figuranti e residenti del quartiere costituiranno i diversi cori a commento della rappresentazione sacra "Balaam e l'Asina" attesa per venerdì 30 giugno e sabato 1 luglio alle 21.30 e accompagnata sia da laudi polifoniche che da interventi di musica contemporanea. Attraversando linguaggi diversi che si fanno prova della continua attualità della vicenda narrata.
Dalla scurrilità di figure come Balak, oscuro despota e la sua concubina, allo stile buffonesco delle donne di Madian, dell’Asina e, a tratti, dello stesso Balaam, fino a toccare una drammaticità più intensa e lirica nella teoria finale dei profeti che preannunciano il Cristo. È pervasa da molteplici significati e valenze, la nuova produzione che nasce dalla collaborazione tra l'Associazione Kamina e lo Studio d'Arte Fede & Storia diretto da John Skillen.
Nel solco di quanto già tracciato con "The Harrowing of Hell - La discesa di Cristo all'Inferno" (2014), "Giobbe o la tortura dagli amici" (2016), e "Tree of Life. L'Albero della Vita" (2017), il nuovo spettacolo riunisce nel luogo ormai tradizionale l'eredità del Miracle Play con la più genuina partecipazione popolare. Una volta di più, in quest’occasione, il Comitato e la Parrocchia di San Giovenale si sono fatti parte e forza integrante, con impagabile generosità, del progetto.
"Lo scopo – chiarisce Andrea Brugnera, artefice della messa in scena – resta fra Mistero, Moralità, e Lauda, il recupero della Sacra Rappresentazione in una città che ne è stata da sempre custodia e fulcro. Particolarmente, nel cuore spirituale e storico-artistico che l’antica Chiesa di San Giovenale e il quartiere omonimo rappresentano. Abbiamo scelto la storia di Balaam – che in Umbria ha riferimenti coi bassorilievi sulla facciata del Duomo di Orvieto, e con alcuni passaggi jacoponici (Lauda LXVIII) – basandoci su un antico Mistero Inglese (1521 – Ciclo di Chester).
L’Episodio biblico (Numeri 22-30, e 25) fu molto popolare nel Nord dell'Europa, e controbilanciava (nell’uso del giullaresco inserito in forme liturgiche) la stessa Festa dei Folli (Feast of Fools). Nel processo di traduzione e ri-creazione volto a fornire una comprensione più agevole all’auditorio contemporaneo. Ci siamo riferiti alla felice riduzione di Hertzsch (1967). La forma è talvolta in rime, per riguardo alla metrica della composizione originale".
La vicenda di Balaam, dunque, l'anti-profeta che nell'intento di maledire gli Ebrei viene illuminato da Dio per mezzo di un'asina parlante in chiave ironica? "Sullo sfondo di questo racconto quasi umoristico sta il popolo d’Israele uscito appena dall’Egitto e in cerca di una Terra Promessa, ora in sosta alle frontiere di Moab. A partire dal XII secolo prese piede la Sacra Rappresentazione comica, tesa a deridere i personaggi negativi per esaltare gli uomini di Dio. Il genere acquistò un’immediata fortuna, anche per la presenza all’interno delle stesse Scritture di episodi o passaggi che si prestano a interpretazioni umoristiche, rappresentando la purezza dei semplici.
Se dunque è proprio grazie a questi ultimi che il sorridere può avvicinare al Cielo, anche l’Asina di Balaam appartiene al Mondo dei Semplici, ed è un personaggio che diventa interlocutore fra noi e il Divino. Simbolo per eccellenza dell’elemento popolaresco, nelle culture precedenti Israele quest’animale rappresentava il Sole e l’ascolto di ciò che è rivelato. Si diceva che il suo raglio contenesse il suono delle forze generatrici del Cosmo. Nella tradizione dei Vangeli, invece, viene associato alla Natività, alla fuga in Egitto e all’entrata in Gerusalemme del Messia. È proprio da quest’Asina che Balaam riceve una verità che lo trasforma – suo malgrado – in profeta".